
Montare correttamente i piselli rampicanti non è complicato, ma richiede un po’ di attenzione fin dall’inizio. Prima di tutto, serve scegliere un punto soleggiato e ben areato. Il terreno deve essere lavorabile, né troppo compatto né troppo sabbioso. Non è necessario esagerare con la profondità, ma è bene scavare almeno una decina di centimetri per rimuovere sassi e radici secche. Meglio farlo quando il terreno è ancora leggermente umido.
Come iniziare
Una volta ripulito il terreno va smosso bene. Una zappata decisa aiuta a renderlo soffice. Se la terra è troppo argillosa conviene mescolarla con un po’ di sabbia o compost maturo, giusto per migliorare il drenaggio. I piselli non amano ristagni d’acqua. Quindi aggiungere letame ben decomposto, senza esagerare, può dare una spinta iniziale. Non usare fertilizzanti troppo azotati, altrimenti fanno troppe foglie e pochi baccelli.

Passando alla semina, si lavora in file. I solchi vanno distanziati di circa 70-80 cm. Per la profondità 3 cm bastano. Lungo ogni solco, ogni 20 cm si possono mettere due o tre semi. Troppi rischiano di soffocarsi a vicenda. Dopo averli sistemati, si ricopre con un po’ di terra e si compatta leggermente con il dorso della mano o una tavoletta.
Nel giro di una settimana o due , cominceranno a spuntare le prime piantine. Quando arrivano a 10-15 cm, è il momento di pensare al sostegno. I piselli rampicanti, come dice il nome, crescono verso l’alto. Se non trovano qualcosa a cui aggrapparsi si afflosciano. Serve quindi una struttura verticale che li accompagni nella crescita.
Come creare i sostegni
I sostegni possono essere semplici. Una rete da giardino fissata tra due pali funziona bene. Anche una serie di spaghi tesi in verticale tra canne di bambù può fare il suo dovere. L’importante è che sia tutto ben saldo. Col vento o col peso delle piante, una struttura traballante crolla facilmente e poi rimettere tutto a posto è noioso. Meglio pensarci prima.

Una volta che le piante iniziano ad arrampicarsi, ogni tanto serve una mano. A volte si avvolgono da sole, altre volte si perdono e vanno indirizzate. Basta guidarle delicatamente verso la rete o lo spago. Non serve legarle strette, i viticci fanno il resto. Però un po’ di controllo visivo ogni due o tre giorni è utile per evitare che si incrocino troppo.
La manutenzione continua anche dal basso. Le erbacce competono per l’acqua e i nutrienti, quindi vanno tolte regolarmente. Una leggera sarchiatura tra i filari aiuta anche a far respirare meglio il terreno. Ed è meglio evitare zappature troppo profonde per non danneggiare le radici superficiali. Se il tempo è secco, un’annaffiata leggera può aiutare, ma sempre meglio bagnare al mattino presto.
Come risolvere eventuali problemi
Nel tempo si possono verificare alcuni problemi. Se le foglie ingialliscono troppo presto la crescita è stentata, può trattarsi di una carenza nutritiva o un terreno troppo acido. In quel caso vale la pena misurare il pH e correggere con un po’ di cenere di legna o calcio. Attenzione però a non eccedere, altrimenti si blocca l’assorbimento di altri elementi.

Un errore comune a piantare troppo presto o troppo tardi. I piselli preferiscono temperature fresche, ma non gelide. In molte zone si semina tra fine febbraio e metà marzo, ma dipende dal clima locale. Se si aspetta troppo, rischiano di soffrire il caldo e seccarsi prima di produrre. Anche la varietà scelta fa la differenza: ce ne sono di precoci e tardivi.
I piccioni e altri uccelli possono danneggiare le piantine giovani. In certe zone conviene proteggere i filari con una rete leggera finché le piante non sono abbastanza robuste. Alcuni usano spaventapasseri artigianali o fili riflettenti. Non sempre funziona, ma meglio provare qualcosa che vedere le cime mangiate il giorno dopo.
La raccolta
Dopo un mese e mezzo o due dalla semina, cominciano a comparire i primi fiori. Da lì a poco spunteranno i baccelli. La raccolta deve essere frequente: se si lasciano i baccelli troppo a lungo sulla pianta, induriscono e la produzione rallenta. Meglio raccogliere ogni due o tre giorni. I piselli teneri si gustano meglio e stimolano la pianta a produrre ancora.

Quando la stagione volge al termine le piante cominciano a seccare, si può decidere se lasciarli sul posto come sovescio o rimuoverli. Le radici dei piselli arricchiscono il terreno di azoto, quindi possono restare. Le parti secche, invece, si possono compostare. Anche il sostegno va tolto o, se ben fatto, conservato per l’anno successivo.
Infine, un appunto pratico: coltivare piselli rampicanti, oltre che utile, può essere anche piacevole. Occupano poco spazio in larghezza e si sviluppano in altezza, cosa che li rende adatti anche a piccoli orti o giardini urbani. Osservarli mentre si aggrappano alla rete, giorno dopo giorno, qualcosa di quasi ipnotico. Un lavoro semplice, ma che da soddisfazione.