Come mantenere compatta e fitta la lavanda

La lavanda, per quanto resistente, tende a spogliarsi alla base se non viene curata con attenzione. A un certo punto si apre al centro, perde la forma tondeggiante appare spelacchiata. Non è colpa del sole, né della terra. Quasi sempre è questione di potatura. Quando viene trascurata, la pianta si indebolisce e diventa legnosa. E lì non si torna indietro: tocca intervenire per tempo altrimenti l’unica via è sostituirla.

Quando intervenire per recuperare la lavanda

Il momento migliore per intervenire dopo la fioritura, quindi tra fine estate inizio autunno. La pianta ha dato il massimo e ha bisogno di essere alleggerita. Si tagliano i rami sfioriti, ma senza arrivare troppo in basso. Se si entra nel legno vecchio, là la lavanda fatica a produrre nuovi germogli. Meglio fermarsi dove i fusti sono ancora verdi, morbidi al tatto, con foglie presenti.

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Una seconda potatura leggera si può fare a primavera, soprattutto se l’inverno è stato rigido. Non è obbligatoria, ma aiuta a mantenere la forma. Basta poco: qualche taglio per eliminare i rami storti, quelli secchi o cresciuti disordinati. Il taglio primaverile non serve tanto a stimolare la fioritura, quanto a ripulire e raddrizzare. È un gesto rapido, ma che fa la differenza nel tempo.

Importante usare forbici affilate. Quelle da siepe sono troppo grosse, meglio le cesoie manuali. Anche la pulizia degli attrezzi conta: forbici sporche possono trasmettere malattie. Se possibile, disinfettare prima di passare da una pianta all’altra. E se la lavanda è grande, conviene tagliare un po’ per volta, osservando la forma mentre si procede. Un taglio impulsivo può rovinare l’intera struttura.

Come intervenire ai primi segni di appassimento

Durante l’estate, non serve solo contemplare i fiori: meglio intervenire appena i primi iniziano ad appassire. Tagliarli favorisce nuove fioriture, più ordinate e compatte. Non bisogna aspettare che secchino tutti. La pianta, in questo modo, concentra l’energia dove serve, evitando sprechi. È un gesto semplice, da ripetere ogni 10-15 giorni. Anche i bambini possono aiutare, basta spiegare dove e come tagliare.

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Il terreno fa la sua parte. La lavanda non sopporta i ristagni: se l’acqua rimane, le radici marciscono. Terreni sabbiosi o ghiaiosi sono l’ideale. Chi ha terreni pesanti può alleggerirli con sabbia grossa o ghiaietto. Mai usare torba. Nei vasi, il drenaggio va curato ancora di più: uno strato di cocci sul fondo e un substrato povero, senza continui organici eccessivi.

L’acqua va dosata con attenzione. La lavanda regge bene la siccità, ma non sopporta l’umidità costante. Innaffiare solo quando la terra è asciutta in profondità appunto d’estate, se piove poco, può bastare una volta a settimana. In inverno, quasi mai. Esagerare con l’acqua rende la pianta vulnerabile, e può tirare funghi e muffe. L’annaffiatura, più che una routine, va decisa giorno per giorno.

La questione dell’esposizione al sole

La luce è fondamentale. La lavanda ha bisogno di almeno 6 ore di sole diretto al giorno. In ombra diventa debole, tende ad allungarsi verso la luce perde la sua forma compatta. Nei terrazzi conviene orientarla a sud-ovest. In piena terra, scegliere zone ben esposte e ventilate. Se viene piantata vicino ad altri arbusti, attenzione che non venga coperta con la crescita.

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Nel periodo freddo, è utile proteggerla. Nelle zone dove le temperature scendono sotto zero, un po’ di pacciamatura alla base fa comodo. Si possono usare paglia, foglie secche o corteccia. Nei casi più estremi, si possono inserire rami di abete attorno alla pianta per schermarla dal gelo. Le varietà più resistenti, come lavandola angustifolia, sopportano meglio il freddo, ma vale sempre la pena aiutare un po’.

Le erbacce vanno tenute sotto controllo. Sembra una banalità, male infestanti rubano spazio e nutrienti. Se la lavanda è circondata da malerbe, la crescita ne risente. Meglio rimuoverle a mano, senza usare diserbanti, specialmente vicino alla base. Un buon pacciame riduce anche la comparsa delle infestanti, oltre a trattenere un po’ di umidità nei mesi caldi.

Quando sostituire la lavanda

Col tempo anche la lavanda invecchia. Dopo 10-15 anni Inizia a diventare troppo legnosa, con meno fiori e più rami spogli. Quando la potatura non basta più, conviene pensare a una sostituzione. Meglio estirpare e ripiantare in un punto vicino, con terra fresca. E anche un’occasione per rinnovare il giardino, magari provando una varietà diversa o cambiando disposizioni.

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I semina la lavanda partendo da 0, deve avere pazienza. I primi due anni la pianta va trattata con delicatezza. Le potature devono essere leggere, solo per guidare la forma. Dal terzo anno in poi, si può iniziare a tagliare con più decisione. Le giovani lavando hanno bisogno di tempo per strutturarsi, ma se crescono bene, durano a lungo e diventano sempre più fitte.

Ogni lavanda ha il suo ritmo. Alcune varietà fioriscono prima, altre resistono meglio al freddo. C’è chi preferisce potare una volta sola e chi due. Non c’è una regola unica, ma alcune attenzioni valgono per tutte. La chiave a osservare la pianta, capire come reagisce, e non avere fretta. Col tempo, si impara a riconoscere i segnali, e ogni gesto diventa più naturale.

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